ginecologa e paziente durante una visita per la diagnosi di infertilità femminile

Gli step da seguire con la ginecologa per una diagnosi di infertilità femminile

Se sei in età fertile, ma hai difficoltà a rimanere incinta, potresti avere dei problemi di fertilità. Per essere sicura che l’assenza di concepimento sia di natura ginecologica, è importante iniziare con lo specialista un percorso di diagnosi di infertilità femminile, diviso in tre step:

  • Raccolta della tua storia clinica;
  • Anamnesi accurata, associata a un esame obiettivo ginecologico;
  • Valutazione di esami più complessi da svolgere in ambulatorio.

Si parla di infertilità dopo un anno di rapporti liberi non protetti, ma puoi rivolgerti alla ginecologa anche prima del termine di questo lasso di tempo, per verificare la corretta funzionalità del tuo apparato riproduttivo.

La fase di anamnesi per individuare le cause di infertilità femminile

Durante la fase di valutazione della tua storia clinica e di anamnesi, la ginecologa cercherà di individuare eventuali cause correlate alla tua difficoltà di concepimento. L’infertilità, infatti, può dipendere da molteplici fattori, sia congeniti, sia dovuti a condizioni psico-fisiche che si manifestano nel corso della vita della paziente. Tra queste troviamo:

  • Età (di solito il picco di fertilità inizia a scendere dopo i 35 ani);
  • Andamento dei cicli mestruali;
  • Precedenti gravidanze;
  • Squilibri ormonali, dovuti ad affaticamento, stress, stanchezza, anche ipotiroidismi o ipertiroidismo;
  • Pregressa storia di infiammazione delle tube;
  • Patologie uterine, in cui rientrano fibromi, endometriosi, cisti ovariche, infezioni da HPV
  • Malattie sistemiche, di natura infettiva, come: diabete, patologie tiroidee, sovrappeso, sindrome da anticorpi antifosfolipidi;
  • Malattie genetiche, dovute a mutazioni o variazioni nella struttura dei geni, come la Fibrosi cistica.

Gli esami da svolgere per scoprire se sei fertile o infertile

Dopo la valutazione della tua storia clinica e una visita ginecologica approfondita, il medico valuterà gli esami a cui sottoporti per verificare lo stato di salute del tuo apparato riproduttivo. Gli esami per l’infertilità femminile che vengono prescritti più frequentemente sono tre: ecografia pelvica, sonoisterosalpingografia e isteroscopia.

ECOGRAFIA PELVICA

Consente di verificare la corretta funzionalità dell’apparato ginecologico in tre modi: monitorare l’ovulazione, effettuare la conta dei follicoli antrali, analizzare eventuali patologie uterine

Ecografia pelvica per monitorare l’ovulazione

Serve a verificare quando il follicolo è prossimo alla fase ovulatoria. Conoscere questo dettaglio è utile sia in caso di ovulazione spontanea che di ovulazione indotta, poiché potrai avere rapporti liberi in giorni precisi per una più alta probabilità di fecondazione.

Ecografia pelvica per la conta dei follicoli antrali

La conta dei follicoli antrali è un esame ecografico che viene eseguito per via transvaginale tra il terzo e il quinto giorno del ciclo mestruale. Nel corso dell’esame viene misurato il numero dei follicoli con diametro compreso tra i 2 e 10 mm. Il numero ideale di follicoli si aggira tra i 7 ed i 15: quando è inferiore a 5, la riserva ovarica si definisce ridotta.

Ecografia pelvica e transvaginale

L’ecografia è utile per rilevare informazioni dettagliate sullo stato di salute della vagina, dell’utero e delle ovaie, rendendo possibile diagnosticare eventuali problematiche, dalle cisti ovariche, ai fibromi uterini fino alle malformazioni uterine.

SONOISTEROSALPINGOGRAFIA

L’esame ecografico ha lo scopo di valutare la pervietà tubarica. L’occlusione delle salpingi, infatti, potrebbe avere due conseguenze: impedire agli spermatozoi di giungere all’ovulo o impedire all’ovulo di impiantarsi nell’utero dopo il concepimento, ostacolando l’inizio di una gravidanza. La sonoisterosalpingografia prevede l’iniezione nell’utero di una soluzione salina sterile tramite un piccolo catetere, con cui si valutano le caratteristiche del canale cervicale, della cavità uterina e delle tube. Viene eseguita nei primi 10 giorni del ciclo mestruale con l’esito dei tamponi cervico-vaginali negativi.

ISTEROSCOPIA DIAGNOSTICA O OPERATIVA

L’esame prende il nome dall’isteroscopio, uno strumento dotato di una piccola telecamera di circa 3 mm che consente di visualizzare le pareti dell’utero, precedentemente distese con del liquido. Il suo leggero grado di invasività può comportare dolore durante l’esecuzione, è quindi probabile che alla paziente vengano somministrati anestetici o antidolorifici prima dell’esame. Cosa consente di rilevare l’isteroscopia? Malformazioni uterine, aderenze fibrotiche, endometriti, leiomiomi sottomucosi di tipo benigno e polipi endometriali, che possono ostacolare l’impianto dell’embrione oppure ostruire il passaggio degli spermatozoi verso l’ovulo.


Ora che hai una panoramica generale sulla diagnosi di infertilità femminile, puoi valutare se è il momento di rivolgerti o meno a uno specialista. Per un consulto telefonico o per svolgere una visita con me presso i centri in cui lavoro, puoi scrivermi o effettuare una prenotazione nella sezione dedicata sul sito.

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