Se state provando a concepire un figlio, ma è trascorso più di un anno dall’ultimo rapporto protetto, l’infertilità del tuo partner potrebbe essere una delle cause.
L’infertilità maschile incide per il 35% sull’infertilità di coppia (dati ISS). Una percentuale cresciuta di diversi punti negli ultimi anni e dovuta a fattori diversi, come condizioni patologiche, contesto ambientale e stile di vita.
Quando si parla di infertilità maschile
Secondo l’OMS, si parla di infertilità in assenza di una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti liberi non protetti.
Cause di infertilità maschile
Le cause che comportano l’infertilità maschile sono diverse e non sempre riscontrabili clinicamente. Tra le cause accertabili mediante esami specifici troviamo:
- cause genetiche, come la sindrome di Klinefelter, le traslocazioni robertsoniane o le microdelezioni del cromosoma Y;
- ostruzionei delle vie seminali, congenite o causate da infezioni, cisti e traumi;
- varicocele, dilatazione delle vene testicolari dovuta a un ridotto drenaggio del sangue;
- criptorchidismo, assenza di uno (criptorchidismo monolaterale) o entrambi i testicoli (criptorchidismo bilaterale) a livello dello scroto;
- ipogonadismo endocrino, colpisce i testicoli riducendone le funzionalità ormonali;
- prostatiti e infezioni croniche, sia di origine batterica che non batterica;
- anticorpi antispermatozoi, che coprono la superficie dello spermatozoo limitandone la motilità e generando la cosiddetta infertilità immunologica;
- disfunzione erettile ed eiaculatoria, che limita la durata del rapporto sessuale, incidendo sulle possibilità di concepimento.
Come si diagnostica l’infertilità maschile
La diagnosi di infertilità maschile si basa su tre step: l’anamnesi, l’esame obiettivo e gli esami specialistici di approfondimento. Il medico a cui rivolgersi per questo percorso di diagnosi è l’andrologo.
Anamnesi di infertilità maschile
Durante la visita dall’andrologo, il medico pone domande mirate a comprendere lo stile di vita e le abitudini del paziente: lo stress, il fumo e l’assunzione abituale di alcol e droghe, per esempio, possono incidere sulla fertilità, così come la cattiva alimentazione. Altre domande utili riguardano la storia clinica, eventuali problemi sessuali e la frequenza dei rapporti nei dodici mesi precedenti. Tutte queste informazioni sono indispensabili per tracciare un quadro preciso del paziente e della coppia e consentono di non tralasciare nessun dettaglio funzionale alla diagnosi.
Esame obiettivo per l’infertilità maschile
Dopo un’accurata anamnesi, si passa all’esame obiettivo che comprende:
- la palpazione scrotale
- l’apprezzamento del volume testicolare
- l’esplorazione rettale, per la valutazione della prostata.
L’esame del volume testicolare è particolarmente importante: tramite l’indagine si rileva la quantità dei tubuli seminiferi attivi, ovvero i condotti all’interno dei testicoli in cui si formano gli spermatozoi. Una riduzione del volume testicolare può essere indice di un danno testicolare all’origine dell’infertilità maschile.
Esami infertilità maschile: a quali sottoporsi
Dopo la raccolta delle informazioni, con l’anamnesi e l’esame obiettivo dello scroto e del pene, l’andrologo deciderà gli esami a cui è necessario sottoporre il paziente per avere una diagnosi definitiva. Tra questi, il primo a essere eseguito è lo spermiogramma.
Spermiogramma
È l’esame più comune per analizzare il liquido seminale, tramite cui verificare numero, motilità e morfologia degli spermatozoi. Il campione va raccolto tramite masturbazione all’interno di un contenitore sterile, come avviene abitualmente con le urine. La raccolta può essere svolta a casa, consegnando il campione entro il limite di tempo indicato dal laboratorio scelto, o direttamente in struttura. Lo spermiogramma è finalizzato a rilevare alcune patologie, come:
- oligospermia, una riduzione del numero di spermatozoi, che può presentarsi in maniera lieve, moderata o grave;
- azoospermia, assenza di spermatozoi dovuta a ostruzione delle vie seminali (azoospermia ostruttiva) o a deficit di produzione (azoospermia non ostruttiva);
- astenospermia, una riduzione della motilità degli spermatozoi, che può essere lieve, moderata o grave;
- teratozoospermia, alterazioni nella forma di oltre il 96% degli spermatozoi presenti nel liquido seminale.
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