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Malattia infiammatoria pelvica: cos’è e come affrontarla

La malattia infiammatoria pelvica (o P.I.D.) è un’infiammazione dell’apparato genitale femminile che colpisce l’1% delle donne tra i 15 e i 39 anni. La P.I.D. può comportare complicanze per la salute della donna, come dispaurenia, sterilità, infertilità e infezioni ricorrenti. Vediamo come si contrae e come si manifesta nelle pazienti.

Malattia infiammatoria pelvica: definizione ed eziologia 

La Pelvic Inflammatory Disease è una patologia flogistica, che comporta un’infiammazione dei genitali e dell’apparato riproduttivo femminile. Spesso, si estende a uno o più organi genitali interni, come l’utero, le ovaie, le tube di Falloppio e la vagina. 

È proprio la vagina a fare da conduttore tra l’ambiente esterno e gli organi. Il motivo risiede nell’eziologia della malattia infiammatoria pelvica: colpisce donne sessualmente attive e in età più giovane, quando si ha una minore consapevolezza del proprio corpo e delle conseguenze di rapporti intimi non protetti. Le statistiche hanno dimostrato come in Paesi in cui è stata introdotta un’educazione sessuale scolastica, la percentuale di malattie trasmesse mediante i rapporti sia drasticamente calata, PID compresa. 

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Come si trasmette la PID 

La malattia infiammatoria pelvica deriva da infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali, come la Chlamydia e la Gonorrea, le più comuni soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 25 anni. A queste due, si aggiungono:

  • sifilide;
  • mycoplasmi;
  • trichomonas vaginalis;
  • HIV. 

Sono tre i driver di trasmissione delle infezioni: 

  • rapporti sessuali con partner multipli, di cui non si conosce la storia clinica; 
  • aver avuto in passato malattie sessualmente trasmissibili, con la comparsa di recidive nel corso del tempo; 
  • inutilizzo di contraccezione di barriera, l’unico strumento a disposizione dei partner per proteggersi dalle malattie sessuali. 

I sintomi più comuni della PID

L’infiammazione pelvica si presenta in due modi: silente o sintomatica. In alcuni casi le pazienti si accorgono della PID solo a seguito di esami di approfondimento o in concomitanza di primi lievi sintomi, come il dolore pelvico e addominale o la dispaurenia (dolore durante la penetrazione nei rapporti sessuali). 

La sintomatologia più evidente e riconducibile alla patologia include febbre, perdite ematiche genitali, abbondanti secrezioni vaginali o cervicali, vomito, cistite e diarrea.

Sia in presenza che in assenza di sintomi, sono proprio le visite di routine dalla ginecologa a rivelare segnali anatomici di PID: mi riferisco, in particolare, alla formazione di cisti nelle ovaie e nelle tube, che potrebbero provocarne lo scoppio, causando emorragie. 

In questo frangente, può essere risolutivo un intervento in laparoscopia per rimuovere le massa dagli organi riproduttivi; nei quadri più gravi, l’ovaio o la tuba di Falloppio vengono asportati. 

Malattia infiammatoria pelvica diagnosi ed esami

L’iter diagnostico della malattia infiammatoria pelvica prevede un esame obiettivo di una ginecologa, accompagnato da ecografia transvaginale, per valutare lo stato di utero e ovaie attraverso una sonda collegata a un monitor esterno. 

In presenza di sintomi come febbre e forte infiammazione, la paziente viene sottoposta a esame colturale cervicale e a esami ematochimici, a conferma o smentita di infezioni in circolo. 

In presenza di PID non è infatti raro trovare valori elevati della VAS e un aumento del numero di globuli bianchi, che richiedono terapie antibiotiche adeguate. 

Complicanze della PID sulla gravidanza 

Le cure per la malattia infiammatoria pelvica consentono di debellare infezioni ed eliminare le infiammazioni rilevate dagli esami specialistici, ma non sono un’assicurazione su conseguenze più gravi e delicate. Tra queste rientra proprio l’infertilità o la sterilità, soprattutto se la PID ha comportato l’asportazione di ovaio e tuba o gravi lesioni al tessuto uterino. 

I rischi a cui la donna si espone sono: 

  • recidive di infiammazione, che generano un ambiente poco ospitale per la fecondazione e l’impianto dell’embrione nella parete uterina. 
  • cicatrizzazione dei tessuti e aderenze, spesso causa di occlusione delle tube di Falloppio; 
  • maggiore predisposizione a una gravidanza ectopica (extrauterina), potenzialmente pericolosa per la salute della paziente. 

Come evitare la malattia infiammatoria pelvica

Il mio consiglio da medico ginecologo è prenderti cura della tua salute intima con controlli annuali e semestrali, in particolar modo se sei sessualmente attiva. Chiedi alla tua ginecologa informazioni sulla frequenza dei check-up in base alla tua storia clinica: saprà consigliarti il monitoraggio adatto a valutare la presenza o meno di infiammazioni o altre patologie. 

Altro suggerimento è l’utilizzo di metodi contraccettivi di barriera, che limitano la trasmissione di infezioni e rendono più sicuri i rapporti anche con partner stabili. 

Se stai pensando di avere un figlio, è ancora più importante accertarsi che non ci siano complicazioni nella fecondazione e nella gravidanza. Valuta il tuo quadro con una professionista, soprattutto se stai provando a restare incinta da un po’ ma la gravidanza non arriva. 

Non hai una ginecologa di fiducia a cui rivolgerti? Puoi prenotare una visita presso uno dei centri a Roma e in provincia di Frosinone in cui ricevo le pazienti quotidianamente. 

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