Si parla di aborto quando l’interruzione della gravidanza avviene prima delle 20-22 settimane o prima che il feto raggiunga i 500 g di peso. Quando si verificano più di due aborti consecutivi o alterni tra gravidanze evolutive, si parla di poliabortività.
La percentuale più alta di aborti spontanei è riconducibile a cause come anomalie genetiche, che impediscono al fegato di svilupparsi, anomalie dell’apparato riproduttivo e alterazioni ematologiche.
Te le spiego brevemente.
Poliabortività cause genetiche: anomalie cromosomiche
Circa il 50%/60% di aborti entro le prime 10 settimane è causato da fattori genetici, a carico del feto o del corredo cromosomico dei genitori. Le anomalie sono legate a due possibili alterazioni, che riguardano il numero di cromosomi o la stessa struttura del DNA.
Oltre alla predisposizione genetica, anche l’età della donna espone la gravidanza al rischio di interruzioni dovute alla comparsa di anomalie cromosomiche.
Cause fisiologiche: anomalie della cavità uterina
Altra causa riscontrata dai medici specializzati in poliabortività è la presenza dell’utero setto. La cavità uterina è divisa completamente o parzialmente da una membrana fibrosa, conformazione che la donna ha fin dalla nascita.
Le pazienti con utero setto possono portare a termine una gravidanza naturale, ma hanno una maggiore probabilità di aborto spontaneo, distacco di placenta, ritardo di crescita del bambino e parto pretermine. Aumenta quindi la possibilità di avere una gravidanza a rischio.
Cause congenite o acquisite: trombofilia ed endocrinopatie
Problematiche legate alla coagulazione del sangue e alla tiroide sono un’altra causa di aborto spontaneo.
La trombofilia è la predisposizione alla coagulazione del plasma, associata a manifestazioni del corpo come la trombosi venosa e l’abortività ripetuta. Nell’ultimo caso, non è da escludere che l’interruzione di gravidanza sia dovuta proprio a trombosi placentare.
Le endrocrinopatie accolgono un insieme di patologie più ampio, tutte e carico dell’apparato endocrino. Tra queste rientrano:
- l’ipertiroidismo, l’ipotiroidismo o l’assenza di tiroide, in cui la funzionalità della tiroide materna è alterata o inesistente e l’unica fonte di ormoni tiroidei è quella fetale;
- il diabete di tipo 1 (diabete-mellito insulino-dipendente), il diabete di tipo 2 (diabete mellito non insulino-dipendente) o il diabete gestazionale. In tutti e tre i casi, non è da sottovalutare l’incidenza che possono avere nella poliabortività;
- l’ovaio policistico (PCOS), che influenza la produzione di ormoni prodotti dalle ovaie, fondamentali nelle prime settimane di gravidanza.
Esami poliabortività: cosa fare dopo due o più aborti spontanei
Rivolgersi a una ginecologa specializzata in poliabortività è la scelta giusta per indagare se le interruzioni di gravidanza dipendano da una delle cause elencate. Durante il primo incontro con il medico, sarà effettuata un’anamnesi della coppia e sarà valutato lo svolgimento di alcuni esami, come l’analisi del cariotipo di coppia. Ai due partner, invece, potrebbe essere richiesto:
Indagini poliabortività nella donna
- la mappa cromosomica;
- una consulenza genetica;
- il dosaggio degli ormoni;
- gli esami infettivi;
- gli esami per la celiachia;
- gli esami per la trombofilia;
- la curva glicemica;
- uno studio immunologico.
Indagini poliabortività nell’uomo
- la mappa cromosomica;
- una consulenza genetica;
- gli esami infettivi.
Ginecologa poliabortività Roma e Frosinone
Per un consulto specialistico nella provincia di Roma e nella provincia di Frosinone, puoi prenotare una visita con la dottoressa Giovanna Vettraino presso il centro diagnostico Medical Center di Pontecorvo o la Clinica Valle Giulia di Roma.