Quando il corpo di una donna accoglie una nuova vita, oltre ai cambiamenti esterni visibili da tutti, deve affrontare anche quelli più nascosti, come l’aumento della coagulazione sanguigna che sviluppa il rischio di trombofilia in gravidanza.
Se stai affrontando questo delicato periodo della tua vita, non preoccuparti, ora ti parlerò di tutti i rischi che comporta la trombofilia, ma ci tengo ad anticiparti che ci sono diverse procedure con cui può essere tenuta sotto controllo.
Cos’è la trombofilia
Prima di parlare dettagliatamente dei rischi e delle terapie, voglio spiegarti nello specifico cos’è la trombofilia.
Trombofilia è un termine composto dall’unione delle parole greche trombo e filia, e letteralmente significa amico del trombo; si può quindi dedurre con facilità che la trombofilia è una condizione che aumenta il rischio di formazioni di trombi nelle vene o nelle arterie (trombosi).
Sebbene i nostri corpi siano soggetti anche a trombosi arteriose, che determinano rischi come infarti o ictus, sono le trombosi venose quelle più diffuse durante il periodo della gravidanza.
Che correlazione c’è tra trombofilia e gravidanza?
Come ti ho anticipato, la correlazione tra trombofilia e gravidanza è molto forte perché durante questo periodo il sangue ha la tendenza a coagulare di più.
Questa particolare tendenza si presenta sin dai primissimi periodi della gestazione, ma diventa più intensa nell’ultimo trimestre e anche nei primi quattordici giorni che seguono il parto.
La predisposizione fisiologica all’aumento della coagulazione sanguigna non è nient’altro che una difesa naturale per evitare eccessivi sanguinamenti durante il parto.
I cambiamenti naturali che avvengono nell’equilibrio emostatico durante il periodo della gravidanza interessano:
● i fattori della coagulazione (fibrinogeno, fattori VII, VIII, X e del fattore di von Willebrand);
● la concentrazione di anticoagulanti;
● l’attività fibrinolitica.
L’insieme di queste variazioni aumenta il tasso di coagulabilità del sangue e quindi determina lo sviluppo di trombofilia in gravidanza; in ogni caso questa condizione non deve allarmarti: la formazione di trombi è più probabile ma non è per nulla certa.
Bisogna tenere a mente che queste non sono le uniche cause che determinano la trombofilia in gravidanza: oltre a questi fattori, che accomunano tutte le donne, è importante considerare anche la possibilità di trasmissione genetica di questa condizione.
I principali fattori coinvolti nell’ereditarietà della trombosi in gravidanza
La trombofilia, oltre a essere una condizione naturale, è anche una condizione ereditaria, ed è proprio quest’ultima tipologia di trombofilia a essere responsabile della maggior parte delle trombosi venose in gravidanza.
La trombofilia ereditaria può essere determinata da due tipi di anomalie genetiche: quelle che interessano i fattori pro-coaugulanti e quelle che causano il deficit di alcuni fattori anticoagulanti.
Le principali anomalie che interessano i fattori pro-coagulanti riguardano:
● la mutazione A506G sul gene del fattore V, anche detta mutazione di Leiden;
● la mutazione G20210A del gene della protrombina;
● la MTHFR (metilentetraidrofolatoreduttasi).
Le anomalie relative ai fattori anticoagulanti derivanti dalla trombofilia riguardano:
● l’antitrombina III (ATIII);
● la proteina C;
● la proteina S.
Altri mutamenti determinati dalle forme di trombofilia ereditaria sono:
● la presenza di autoanticorpi antifosfolipidi-anticardiolipina;
● la LAC (lupus anticoagulante).
Queste mutazioni aumentano il rischio di complicanze ostetriche durante la gravidanza: significa che la trombofilia in gravidanza non può causare problemi soltanto alla madre ma anche al feto.
La trombofilia in gravidanza e i problemi per il feto
Se sei una donna portatrice di trombofilia è molto importante che tu faccia degli adeguati esami perché questa condizione, oltre ad aumentare il rischio di trombi venosi durante la gravidanza, aumenta anche il rischio di complicanze ostetriche come:
● aborti spontanei;
● morte del feto;
● gestosi;
● distacco della placenta;
● iposviluppo fetale idiopatico.
Quali sono le terapie per affrontare la trombofilia in gravidanza?
Per il trattamento della trombofilia in gravidanza non ereditaria, di solito la terapia prevede la somministrazione di dosi di eparina che possono essere anche associate a basse dosi di aspirina.
Ora che hai letto queste informazioni potresti essere un po’ in pensiero, ma puoi stare tranquilla: se ti sono stati prescritti questi medicinali sappi che è una semplice terapia di profilassi per prevenire la formazione di trombi, non c’è niente che non vada in te.
Diversamente, per quanto riguarda la trombofilia ereditaria, ti consiglio vivamente di prenotare delle visite di screening per valutare la tua condizione medica; in questi casi possono essere necessari diversi tipi di terapie, in quanto il rischio di trombosi è più alto e, come ti ho già detto, potrebbero esserci maggiori rischi anche per il tuo bambino.
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